Vecchia Stazione di Torre Gaia

Torre Gaia: la “storia” di come è nato il nome

Il luogo geografico (toponimo) “Torre Gaia” è comunemente identificato con il consorzio residenziale posto alla destra della via Casilina, al km. 14, uscendo dal Grande Raccordo Anulare. Tuttavia, il termine  “Torre Gaia” è strettamente legato alla storia di “Torre Nuova” (Torrenova), e fa parte di vicende ben più lontane.

L’origine dell’odierno toponimo è assolutamente moderna e documentata. Ne diede per primo, notizia, nel 1966, lo studioso Jean Coste additandone l’origine nella torretta del convento dell’Istituto San Francesco delle suore francescane alcantarine (via Casilina 1602), progettato, nel 1930, dall’ingegner Cenni che ideò il nome di “Torre Gaia”; con il doppio e beneaugurante riferimento alla terra e al nuovo e ridente cento agricolo.

Dal secondo dopoguerra però, l’indicazione era già utilizzata anche per una piccola porzione territoriale posta a sinistra della medesima via consolare, fra le odierne zone toponomastiche denominate “Torre Angela“, “Tor Bella Monaca” e “Grotte Celoni” (già indicata come “Torbellamonaca vecchia“) e comprendente le vie Augusto Casciani, Domenico Cigni, Giovanni Alessandri. Questa parte di Torre Gaia comprendeva il sotto-toponimo (ormai non più utilizzato) di “Villaggio dei Greci”, per indicare un gruppo di alloggi costruito nella seconda metà degli anni ‘50 per gli esuli italiani dell’Egeo.

Torre Gaia però, è anche il nome della Diciassettesima Zona dell’Agro Romano (Z. XVII). Infatti, con delibera del Commissario Straordinario nº 2453 del 13 settembre 1961, a causa della crescente urbanizzazione, l’intera area dell’Agro Romano ricadente nel comune di Roma, fu suddivisa in 59 zone, codificate con la lettera Z seguita dalla numerazione romana. Questa però, trattandosi di una ripartizione amministrativa molto più estesa che comprende fra gli altri anche i prossimi centri di “Villaggio Breda”, di “Via di Grotte Celoni“, “Villa Verde” ma anche la più lontana “Vermicino” e “Passo Lombardo“, va completamente distinta dalla località più ristretta a cui ci si riferisce comunemente oggi.

Non è un caso quindi se da questa “divisione fatta a tavolino” nel tempo si sono generate diverse ed erronee attribuzioni di reperti o scoperte a carattere archeologico talvolta attribuite a Grotte Celoni, alla Breda etc. Anche il villaggio operaio della Breda, spesso, in documenti ufficiali, è stato riportato col nome di “Villaggio operaio di Torre Gaia” o “Borgata popolare di Torre Gaia”.

Riferimenti e testi tratti da:

stefanovannozzi.wordpress.com