Suore Missionarie della Carità di Tor Bella Monaca: 9 bambini afgani ancora in cerca di una famiglia

Agosto 2022, ad un anno esatto dal loro arrivo in Italia cercano ancora una famiglia 9 bambini afgani ospitati a Tor Bella Monaca a Roma dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta. Sono 3 maschi e 6 femmine, e hanno una particolarità che di certo non aiuta il loro inserimento nella loro nuova società che li ha accolti. Sono tutti gravemente disabili. Provengono da un orfanotrofio di Kabul dal quale sono rocambolescamente scappati quando ancora di guerra in Ucraina non si parlava, il 25 agosto 2021. La ritirata americana aveva, in maniera forse poco accorta, lasciato spazio alla facile occupazione dell’Afghanistan da parte dei Talebani, il cui Stato da loro definito islamico non prometteva di certo di brillare per rispetto dei diritti umani.

Dove trovare le missionarie: Istituto Suore Missionarie della Carità, Via dell’Archeologia, 141, 00133 Roma RM

«Nell’ambasciata italiana in subbuglio c’era un sacerdote missionario, Padre Giovanni Scalese, il quale disse: io me ne vado solo se porto con me le Missionarie della Carità. È grazie a lui se il Governo italiano si è dato da fare per aprirci una inaspettata via di fuga. Siamo scappate in Italia con tutti i bambini che avevamo accolto: orfani, abbandonati dai genitori, talvolta vittime di violenza. Lì in Afghanistan sono rimaste due nostre sorelle». Chi lo racconta al telefono è suor Gios Lis, polacca (il lettore mi perdonerà se lo spelling del nome non è corretto, nda), superiora della casa delle Missionarie della Carità di Roma.

Con i bambini accolti in Afghanistan, e poi in Italia, stava Suor Josè, proveniente dal Madagascar:

«Vivevamo — racconta — barricate in casa, nell’ultimo mese non potevamo nemmeno attraversare la strada. Chiedavamo a Dio protezione, e un modo per venire via. Tutto questo ci ha reso molto unite nella preghiera; da tutto il mondo molti ci facevano sapere che stavano pregando per noi. Ci siamo sempre sentite molto sostenute».

Sulle prime relazioni stese dai servizi sociali di Roma che raccontano i vissuti di questi bambini si leggono storie di trascuratezza e di abuso. Fra le descrizioni delle mille gravi patologie mediche, emerge qualche pillola di umanità: «Il bambino ha un peluche a forma di coniglio». Oppure «A volte regala un sorriso e prende la mano di chi ha vicino, sembra riconoscere chi gli dimostra affetto».

Fonte: www.semprenews.it

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